La “vera” storia degli (Alb)esi al Rhum

Cambiano il nome in base alla loro città natale, ma il loro cuore batte sempre per un avvolgente ripieno al rhum.

A Cuneo li conoscono come “Cuneesi”, a Dronero diventano “Droneresi”, a Bra cambiano vesti: “Braidesini”, che Braidesi pare suonasse male per questi dolcetti. Per noi, invece, sono gli Albesi al rhum resi unici da un cremoso cuore al rhum avvoltoda un guscio di goloso cioccolato fondente.

Due friabili cialde di meringhe abbracciano una crema al rhum, spesso (ma non sempre come nel caso dei Droneresi) ricoperte da uno strato di cioccolato fondente. Sono le praline piemontesi per eccellenza e chiunque, avventori delle Langhe o nativi del posto, perde il senno sin dal primo assaggio di questa prelibatezza.

Non ci crederete, ma dietro a questo piccolo peccato di gola si nascondono più storie e leggende: chi avrà mai inventato gli ***esi al rhum?

  1. Da un errore del pasticcere nasce sempre qualcosa di speciale.

Secondo diverse fonti, pare che l’arte della pralineria sia nata in Francia, dando origine alla pasticceria “mignon” a cui poi si ispirarono i mastri cioccolatai torinesi. Tuttavia, la pralina al rhum ha una storia differente. Si narra che, nel piccolo paese di Dronero, verso la fine dell’Ottocento, il pasticcere Giuseppe Galletti, stanco di buttare le meringhe che non si staccavano perfettamente dalle teglie, pensò bene di unirle tra di loro con una crema che mascherasse le rotture. I clienti del laboratorio furono così estasiati da tale “invenzione” che il pasticcere decise di accoppiare anche le meringhe intatte, utilizzando varie creme e immergendole successivamente nel cioccolato fondente. Ogni domenica, dopo la S. Messa, non vi era nessuno che non si dirigesse da Giuseppe per un assaggio dei suoi famosi Droneresi al Rhum e per acquistarne alcuni per il pranzo.

  1. I dolcetti di Hemingway

A Cuneo, il dolce di meringhe e rhum, è stato ideato da Andrea Arione, primo proprietario dell’omonimo negozio-bar. Le sue praline erano così apprezzate che persino il grande scrittore Ernest Hemingway se ne innamorò: l’8 maggio 1954, infatti, sostò a Cuneo proprio per acquistare i Cuneesi al rum per la moglie in vacanza a Nizza.

Quasi come una vera e propria opera d’arte, Andrea Arione registrò la ricetta con un adeguato Brevetto per Marchio d’Impresa che potesse proteggere la sua creazione ed è nel medesimo negozio che, ancora oggi, si nasconde il segreto per i Cuneesi al Rhum.

  1. Un dolce passaparola

Un’altra leggenda vede un certo Pietro Galletti (parente del pasticcere di Dronero?), all’inizio del XX secolo, intento a creare un nuovo dolce a base di cioccolata e crema pasticcera al sapore di liquore.  Fece così tanti tentativi che il povero pasticcere si ritrovò con una montagna di crema: sembrava davvero senza fine. Così Galletti realizzò delle meringhette al cioccolato cui, mediante un foro inserì la crema pasticcera aromatizzata al rum. Purtroppo quando il mattino seguente si svegliò, notò che le meringhe si erano imbevute completamente del liquore e ne rimase così deluso che pensò di buttare via tutto, ma non prima di tentare il tutto per tutto. Galletti ideò così la struttura del cuneese come lo conosciamo oggi, il pasticcino racchiuso in una copertura di cioccolato. Dapprima fece fare una degustazione agli amici e grazie ad un vorticoso passaparola, la sua fama arrivò anche nella vicina Cuneo che decise di adottarlo come il suo dolce, chiamandolo proprio Cuneese al Rhum.